Le cuffie
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ANATOMIA DELLA CUFFIA
La cuffia dei rotatori è costituita da quattro muscoli che prendono origine dalla scapola ed i cui tendini si fondono con la sottostante capsula articolare nei punti di inserzione sull’omero il muscolo sottoscapolare (STSC) origina dalla fossa sottoscapolare sulla faccia anteriore della scapola e si inserisce sulla piccola tuberosità dell’omero innervato dai nervi sottoscapolari superiore ed inferiore il sovraspinato (SVSP) origina dalla fossa sovraspinata sulla faccia posteriore della scapola si porta sotto l’acromion e si inserisce sulla faccetta superiore della grande tuberosità è innervato dal nervo sovrascapolare
il sottospinato (STSP) origina dalla fossa sottospinata sulla faccia posteriore della scapola e si inserisce sulla faccetta posterolaterale della grande tuberosità dell’omero è inervato dal sovrascapolare il piccolo rotondo origina dalla porzione inferolaterale della faccia posteriore della scapola e si inserisce sulla faccetta inferiore della grande tuberosità è innervato da un ramo dell’ascellare l’inserzione di questi quattro muscoli determina la costituzione di una cuffia continua intorno alla testa omerale permettendo di realizzare una quantità infinita di movimenti di rotazione in opposizione alle componenti vettoriali di movimento esercitate dai muscoli deltoide e grande pettorale il tendine del capo lungo del bicipite brachiale (CLBO) può essere considerato parte funzionale integrante della cuffia dei rotatori sia per il suo decorso nell’intervallo dei rotatori cioè fra STSC e SVSP con l’inserzione sul tubercolo glenoideo sul bordo glenoideo superiore ed abbandona l’articolazione attraverso il solco bicipitale al di sotto del legamento omerale trasverso e del legamento coraco-omerale il suo corretto posizionamento aiuta a mantenere centrata la testa omerale ed inoltre può guidare la testa dell’omero nel movimento di elevazione in quanto il solco rappresenta come una rotaia che guida un vagone, la biomeccanica articolare risulta molto complessa l’entità delle forze esercitate dalla cuffia è determinata dalle dimensioni dal trofismo muscolare e dall’integrità delle strutture stesse il contributo muscolare della cuffia è stato valutato per il SVSP STSP in 45% della forza in abduzione ed il 90% della forza in extrarotazione funzionalmente i muscoli della cuffia svolgono tre funzioni principali come la rotazione dell’omero rispetto alla scapola, comprimono la testa entro la cavità glenoidea fornendo quindi un meccanismo di stabilizzazione dinamica e costituiscono un meccanismo di bilanciamento muscolare ad esempio se il grandorsale deve esercitare un momento di forza puro in intrarotazione è necessario che ci sia la neutralizzazione del momento di adduzione da parte della cuffia superiore (SVSP) e dal mm deltoide posteriore,  la coordinazione di tutte le forze muscolari deve essere ben calibrata per permettere lo svolgimento di un corretto movimento pertanto tutti i muscoli della spalla costituiscono un complesso integrato funzionando insieme in modo esattamente coordinato, i mm antagonisti neutralizzano tutte le forze indesiderate e pertanto si sviluppa un movimento corretto di conseguenza l’integrità ed il trofismo muscolare della cuffia sono fondamentali per la funzionalità della spalla
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXX immagini di anatomia Fig 1 – 2 - 3
LE LESIONI DI CUFFIA
i tendini della cuffia presentano come tutti i tendini del corpo umano una notevole resistenza all’usura ed alla rottura ma la degenerazione tendinea come gli altri tessuti del corpo avviene in seguito al disuso ed all’invecchiamento oltre che per cause esterne come le artriti infiammatorie l’uso di steroidi traumi ecc. sono  state ampiamente dimostrate alterazioni della cuffia età dipendenti con diminuzione della fibrocartilagine a livello inserzionale diminuzione della vascolarità e frammentazione della fibre l’incidenza di tali trasformazioni è relativamente rara prima dei 40 aa c’è poi un incremento tra i 50 e 60 aa con un ulteriore aumento dopo i 70 aa ciò comporta che le lesioni degenerative di cuffia sono più spesso a carico di individui sedentari che non hanno mai svolto attività fisiche impegnative spesso sono bilaterali e molto spesso non esiste un evento traumatico scatenante.
Le lesioni iniziano tipicamente laddove le sollecitazioni sono più intense in corrispondenza del versante profondo dell’inserzione anteriore del SVSP in prossimità del solco bicipitale le fibre tendinee cedono quando i carichi applicati superano la loro resistenza, le fibre possono rompersi gradualmente o in modo massivo ed essendo comunque sotto carico anche con l’arto a riposo in caso di rottura a tutto spessore tendono a retrarsi e quindi si verificano quattro eventi fondamentali 1) un aumento del carico sulle fibre adiacenti ancora illese 2) si perdono le connessioni con l’osso diminuendo così le forze che possono essere sviluppate dai muscoli 3) compromissione dell’apporto vascolare potenziando l’ischemia locale  e peggiorando la lesione 4) una crescente quantità di tendine viene a contatto con il liquido sinoviale endoarticolare che contiene enzimi litici per l’assorbimento dell’ematoma, la rottura a tutto spessore poi tende a concentrare i carichi sui margini della lesione stessa facilitando il cedimento aggiuntivo delle fibre adiacenti anche con carichi inferiori si crea così un circolo vizioso che porta ad un indebolimento ingravescente della cuffia, stabilizzatasi la lesione sul SVSP si osserva la propagazione della lesione posteriormente al STSP,  con la progressiva dissoluzione della cuffia viene perso l’effetto spaziatore della cuffia stessa e quindi avremo la dislocazione della testa in senso craniale e conseguente sovraccarico del tendine del CLB, già nelle rotture parziali viene progressivamente a mancare l’effetto di compressione della testa omerale nel resistere alle forze di trazione del deltoide il risultato è il dolore da contrattura muscolare che causa una inibizione riflessa dell’attività muscolare stessa  con ipofunzionalità della spalla per questo motivo sussiste indicazione chirurgica già con lesioni parziali del SVSP  per evitare l’innescarsi del processo degenerativo in caso di lesioni croniche si assiste alla degenerazione anche della parte muscolare con infiltrazione fibroadiposa retrazione ecc divenendo fattore limitante per la chirurgia riparativa